"Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori." Papa Francesco 8/10/2013

sabato 3 gennaio 2015

Santo del giorno

La principale patrona di Parigi, nata verso il 420 a Nanterre, era ancora bambina quando la presentano ad uno dei personaggi più illustri del tempo, il vescovo Germano di Auxerre, il quale le preannuncia la consacrazione al Signore, che infatti avverrà verso i 15 anni. Morti i genitori, lei va ad abitare a Parigi presso la sua madrina, osservando privatamente i voti come “monaca in casa”. Nel 451 Attila piomba nella Gallia del nord seminandovi il terrore. Le famiglie nobili pensano di fuggire, ma Genoveffa, usando la sua influenza spirituale sulle donne, le convince a restare a Parigi e a pregare perché Dio allontani il massacro. Gli uomini non credono a questa strana profetessa, alcuni la giudicano falsa e tentano persino di lapidarla o di gettarla nella Senna. Ma Attila viene sconfitto ad opera del generale Ezio e Genoveffa diventa la donna più conosciuta di Francia; è in stretta relazione col re Childerico e più tardi lo sarà col figlio Clodoveo, grazie alla cui benevolenza può viaggiare per tutto il Paese occupandosi dei bisogni della gente, soprattutto nei periodi di carestia, soccorrendo i poveri, i malati, i carcerati, e operando prodigiose guarigioni. Genoveffa muore il 3 gennaio del 500 (o secondo altri del 502). Il popolo ne fa subito una santa, per i miracoli che si verificano per sua intercessione dopo la morte. Le sue spoglie, inumate inizialmente in un cimitero su un monte detto Lucotitius, furono traslate in un piccolo oratorio e, successivamente, nella cripta della chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, costruita da Clodoveo per le tombe reali e trasformata, nel 1147, in abbazia. L’aumento della popolazione spinse le autorità ad erigere la chiesa di St. Étienne du Mont, attuale centro di culto della santa. Nel 1793 i rivoluzionari francesi bruciarono le ossa della patrona spargendone le ceneri nella Senna. A St. Étienne – meta tuttora di pellegrinaggi – rimasero però alcune reliquie che erano state in precedenza donate a diverse chiese.

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