"Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori." Papa Francesco 8/10/2013

martedì 13 gennaio 2015

Santo del giorno

Ilario, nato nel 315 da famiglia benestante a Poitiers, si convertì al cristianesimo dopo aver letto le Scritture, di cui divenne poi acuto interprete soprattutto nel commento ai Salmi e al Vangelo di Matteo. Sposato e padre di una figlia, ne curò talmente bene l’educazione cristiana che meritò, ancora da laico, di essere eletto vescovo della sua città verso il 350. Partecipò con ardore alla lotta anti-ariana e nel 356 fu esiliato dall’imperatore Costanzo in Frigia, dove ebbe modo di approfondire le dottrine trinitarie di cui si discuteva nel mondo orientale. Rimandato tre anni dopo nella sua diocesi, per combattere alle radici l’eresia ariana indisse sinodi provinciali e inviò lettere circolari agli altri vescovi. Nel 361 il Concilio di Parigi, confermando la fede nicena, condannò i capi del movimento ariano (in particolare Aussenzio) e chiamò Ilario «il liberatore della Gallia». Contro Aussenzio egli scrisse anche un libro in cui l’eretico è chiamato «angelo di satana, rinnegatore della fede, confessata con la menzogna e oltraggiata con la bestemmia». Fu eminente teologo, storiografo ed esegeta biblico. Da segnalare in particolare tra le sue opere il De Trinitate, scritto negli anni dell’esilio, che rappresenta la difesa da lui compiuta, primo fra i latini, della fede anti-ariana; i citati commenti al vangelo di Matteo ed ai Salmi, il Tractatus Mysteriorum, il coraggioso libello Contra Constantium in cui deplora fortemente gli interventi indebiti dell’imperatore in materia religiosa, e altre opere storiche relative ai vari momenti della polemica anti-ariana. Considerato il creatore del linguaggio teologico dell’Occidente, Ilario è anche un autentico santo, che nell’intimità di vita con Cristo apre il cuore e le labbra alla preghiera continua. Tra le sue lettere, ce n’è una rivolta alla figlia Afra per persuaderla a persistere nella verginità. Ilario morì sul finire del 367. Definito l’«Atanasio dell’Occidente», fu proclamato dottore della Chiesa da Pio IX nel 1851.

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