"Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori." Papa Francesco 8/10/2013

giovedì 15 gennaio 2015

Santo del giorno

Figlio di Eutichio, un nobile romano, Mauro era ancora un ragazzo quando venne offerto dal padre a san Benedetto, che a Subiaco aveva iniziato la sua organizzazione della vita monastica. Un altro patrizio, Tertullo, offrì a sua volta il figlioletto Placido e i due giovani furono fin da principio carissimi a Benedetto per la loro bontà. Mauro, il maggiore dei due per età, diventò ben presto il suo fidato collaboratore. Per le preghiere sue e del maestro egli meritò di vedere il diavoletto che, in uno dei monasteri, nell’ora della preghiera tirava sempre per la tonaca un monaco e lo induceva a girovagare fuori di chiesa. Ma l’episodio che lo rese celebre nella storia dell’ascetica cristiana e religiosa è quello della sua miracolosa obbedienza. San Benedetto vide un giorno che Placido, uscito ad attingere acqua nel lago, sporgendosi incautamente troppo, era stato travolto dalle onde e correva pericolo di annegare. L’abate allora chiamò Mauro e gli comandò di correre ad aiutare il ragazzino: questi andò immediatamente e, preoccupato soltanto di obbedire, procedette oltre la riva, acciuffò Placido per i capelli e lo ricondusse a terra sano e salvo. Solo allora si rese conto di aver camminato prodigiosamente sulle acque senza sprofondarvi. Tutto ciò sappiamo con certezza dai Dialoghi di san Gregorio Magno. Quanto di Mauro si è narrato in seguito, fino ai tempi nostri, deriva da una biografia apocrifa, scritta dall’abate Odone di Glanfeuil nell’863 e presentata come ammodernamento dell’opera di un certo Fausto, discepolo anche lui di san Benedetto a Montecassino che insieme a Mauro avrebbe portato in Francia la regola benedettina. Non esistono documenti che confermino questo racconto, eppure il paese dell’abate Odone, Glanfeuil, si è poi chiamato Saint-Maur-sur-Loire (san Mauro sulla Loira), e mille anni dopo Mauro, nel 1618, in Francia nacque una congregazione benedettina i cui monaci si chiamavano Maurini.

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