"Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori." Papa Francesco 8/10/2013

venerdì 23 gennaio 2015

Santo del giorno

Nato da illustre famiglia visigotica, Ildefonso aveva avvertito fin dal piccolo una grande attrazione per la vita religiosa. Ma poiché i familiari gli facevano sempre una irriducibile opposizione, lui fuggì dalla casa paterna rifugiandosi nel monastero dei santi Cosma e Damiano, a Toledo, dove eccelse subito per condotta esemplare, per virtù e per doti naturali, tanto che ad un certo punto, nonostante fosse soltanto diacono, fu eletto abate. In tale veste assistette a diversi concili tenutisi a Toledo. Verso i cinquant’anni lasciò il monastero perché, morto Eugenio, vescovo della città, era stato scelto lui a succedergli. Per convincerlo si mosse il re visigoto Recensvinto in persona. Così nel 657, Ildefonso iniziò il suo ministero episcopale in quella che allora era la capitale del regno. Non ebbe vita facile anche nei rapporti col sovrano, a causa della immoralità dilagante e della lotta che egli sostenne contro la depravazione dei nobili, dei quali si attirò l’inimicizia, come egli stesso lamenta nelle sue lettere. Dei suoi scritti merita particolare attenzione il Libellus de virginitate sanctae Mariae contra tres infideles (libello sulla verginità di Maria contro tre infedeli), in cui si ispira alla dottrina di san Girolamo, usando un linguaggio veemente e appassionato. Si attribuisce alla sua ispirazione l’istituzione, al secondo concilio di Toledo (656) della festività del 18 dicembre in onore della Madonna, designata più tardi come festa dell’Attesa della nascita di Gesù. Un suo biografo riferisce che, in uno degli ultimi anni della sua vita, nella notte del 17 dicembre, vigilia di tale festa, mentre clero e popolo si dirigevano in processione verso la cattedrale, la trovarono illuminata da una luce celeste e Ildefonso vide la Madre di Dio che, seduta sulla cattedra episcopale, circondata da angeli e da sante vergini, lo invitò maternamente ad avvicinarsi per consegnargli una pianeta che egli avrebbe dovuto indossare nelle sue feste. Il santo morì il 23 gennaio 667.

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