"Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori." Papa Francesco 8/10/2013

martedì 20 gennaio 2015

Santo del giorno

Cittadino milanese, alto e stimatissimo ufficiale della guardia pretoriana di Diocleziano e Massimiano, san Sebastiano è popolarissimo per l’iconografia, dove appare bersagliato dalle frecce. Nato da genitori cristiani, pur avversando la carriera militare, egli si era arruolato verso il 283 nell’esercito per poter a Roma aiutare i cristiani arrestati durante la persecuzione. Secondo la Passio Sancti Sebastiani, composta da un romano verso la metà del secolo V, il santo, recatosi nella casa dove erano rinchiusi in custodia cautelare due gemelli, Marco e Marcellino, li confermò nella fede mentre stavano per cedere, riuscendo poi a convertire anche i loro custodi. Denunciato per questo agli imperatori, fu condannato a morire per mano degli arcieri in mezzo al Campo di Marte. Il suo corpo trafitto dalle frecce fu abbandonato sul terreno ma il martire, dato per morto, venne raccolto da una vedova di nome Irene che, curatolo a casa sua, lo vide miracolosamente guarito. Pochi giorni dopo, Sebastiano si presentò nuovamente all’imperatore, rimproverandolo aspramente per il male fatto ai cristiani. Diocleziano allora comandò che fosse frustato a morte e gettato in una cloaca perché non divenisse oggetto di venerazione per i cristiani. La notte seguente, il santo apparve alla matrona Lucina, le rivelò dove giaceva il suo cadavere e le ordinò di seppellirlo accanto alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo, che allora si trovavano sulla via Appia, nelle catacombe che poi furono chiamate di S. Sebastiano. La figura del martire soldato divenne presto popolarissima in tutto il mondo occidentale, anche per i molti miracoli attribuiti alla sua intercessione. Nel Medioevo, la sola Roma contava ben nove basiliche e cappelle dedicate al santo, proclamato compatrono della città insieme a Pietro e Paolo: fra queste la più famosa era sul Palatino ove, secondo la leggenda, egli sarebbe stato martirizzato. Immensa è anche l’iconografia che lo riguarda.

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