Un nuovo anno è iniziato, facciamo ripartire l’Italia
L’Italia ha vissuto ed
è uscita da periodi complicatissimi, ma oggi l’ostacolo più difficile da
superare è la sfiducia e il diffuso pessimismo. Non c’è bisogno di sociologi,
dati Istat, analisi dei sindacati e di Confindustria per capire la gravità
della situazione e lo stato d’animo della maggioranza della nostra gente. Basta
fare un giro al mercato, prendere l’autobus o il treno dei pendolari. Purtroppo
ci troviamo a metà tra “sconfittismo” e rassegnazione. Sembriamo divisi tra la
convinzione che qualunque cosa si faccia non usciremo da questa crisi
devastante e la mancanza di voglia di batterci, pensando che ormai sia tutto
inutile. Invece è sempre importante rimboccarsi le maniche e provare fino in
fondo a raggiungere un obiettivo, per quanto complicato ci possa sembrare.
Mancano la capacità di fare squadra, la fiducia in noi stessi e nelle nostre
potenzialità. Mai come ora serve uno sforzo collettivo anche dalla politica per
il bene del Paese. Ci sono scelte, che spesso vengono accantonate per il timore
di subire perdite alla prossima tornata elettorale. Però questo non è più il
tempo di egoismi, meno che mai di raccontare le favole. Quando la nave sta
affondando bisogna pensare a salvarsi. La fase che stiamo vivendo determinerà
il futuro nostro e delle nuove generazioni. Aspettare l’errore degli altri,
fare “orecchie da mercante”, potrebbe portare conseguenze irreparabili. E non
ce le meritiamo. E’ questo il momento in cui i cristiani, ovunque si trovino e
qualsiasi incarico politico o sociale ricoprano, facciano sentire la loro voce,
annunciando quei valori che anche in passato hanno contribuito al rifiorire
della società civile. Con la speranza che nel 2015 potremo tornare ad essere
quel meraviglioso e forte Paese quale siamo.
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