"Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori." Papa Francesco 8/10/2013
martedì 3 febbraio 2015
Santo del giorno
Ecco un santo nella cui festa è diffuso il rito della “benedizione della gola” fatta con due candele incrociate perché, secondo un’antica tradizione, il vescovo Biagio avrebbe prodigiosamente liberato un bambino da una lisca di pesce che gli si era conficcata in gola. Nato in data imprecisata del secolo III, Biagio fu fatto vescovo di Sebaste in Armenia quando nell’Impero romano era stata concessa la libertà di culto ai cristiani nel 313, sotto Costantino e Licinio. In seguito al dissidio scoppiato nel 314 tra i due imperatori-cognati, in Oriente dove governava Licinio ci furono delle persecuzioni locali con distruzioni di chiese, condanne dei cristiani ai lavori forzati e uccisioni di vescovi: Biagio allora lasciò la diocesi e andò a vivere in una caverna, dove guariva con un segno di croce gli animali ammalati. Scoperto da alcuni cacciatori e denunciato al magistrato, fu rinchiuso in prigione, dove riceveva e sanava gli infermi. Fu lì che si verificò il miracolo del bambino nella cui gola era finita una lisca di pesce. Biagio venne poi decapitato. Il suo culto è dei più diffusi in Oriente e in Occidente. Fra gli aspetti di esso ricollegabili alla vita del martire, il più importante è quello di taumaturgo per le malattie della gola, legato al citato miracolo. Il martirio di Biagio ha anche ispirato un gran numero di opere d’arte. A Milano, dove gli è stata dedicata una statua su una delle guglie del duomo, e in molte zone della Lombardia resiste tuttora l’usanza di non mangiare tutto intero il panettone natalizio, ma di riservarne una parte per la festa del santo. Il corpo del martire fu deposto nella sua cattedrale di Sebaste e nel 732 una parte di esso fu imbarcata su una nave per essere portata a Roma, ma il viaggio si interruppe a Maratea a causa di una tempesta e i fedeli accolsero le reliquie in una chiesetta (che sarebbe diventata l’attuale basilica) sull’altura detta Monte San Biagio, in cima alla quale nel 1963 fu collocata una statua del Redentore alta 21 metri.
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