"Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori." Papa Francesco 8/10/2013

mercoledì 18 febbraio 2015

Santo del giorno

Giovanni da Fiesole, più noto come Beato Angelico, nacque a Vicchio di Mugello, presso Firenze, verso il 1400. Entrato da giovane nell’ordine dei Predicatori, dopo i voti solenni fu assegnato al convento di San Domenico a Fiesole. Nel 1418, essendo già sacerdote, cominciò a dipingere per Santa Maria Novella; ma fu soprattutto quando i frati ottennero il convento fiorentino di San Marco che fu incaricato di affrescarne tutti gli ambienti, dalla chiesa al chiostro, dall’aula capitolare alle cellette dei frati rievocando col suo pennello, in maniera inimitabile, tutti i misteri della vita di Gesù e la beatitudine dei santi. In quel periodo ebbe numerose commesse dai Certosini, dai Francescani, dai Camaldolesi e dai Vallombrosani. Successivamente, nel 1445 Eugenio IV lo chiamò a Roma per fargli affrescare la cappella del Sacramento nel palazzo vaticano, e lì egli lasciò poi splendidi dipinti anche nella cappella di Niccolò V (le storie di S. Stefano e S. Lorenzo). Per qualche tempo fu a Orvieto per le pitture che egli eseguì, insieme con Benozzo Bozzoli, in quel duomo. Tornato nel 1449 a Fiesole, dove fu eletto priore, lasciò nel 1452 per sempre la Toscana per il convento romano di S. Maria sopra Minerva, dove morì il 18 febbraio 1455 all’età di 68 anni. La fama di santità ne ha sempre accompagnato quella di sommo artista. Nel Capitolo generale celebrato a Viterbo nel 1904 i Domenicani ne chiesero l’approvazione del culto; successivamente, Pio XII e Paolo VI ne caldeggiarono la causa e Giovanni Paolo II ne decretò il 3 ottobre 1982 la beatificazione ufficiale, proclamandolo due anni dopo Patrono universale di tutti gli artisti e affermando, tra l’altro, che Giovanni da Fiesole «fu un religioso esemplare e un grande artista, un sacerdote-artista che seppe tradurre in colori l’eloquenza della parola di Dio. Egli rese vero nella propria vita il legame organico e costitutivo che c’era tra il Cristianesimo e la cultura, fra l’uomo e il Vangelo».

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