"Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori." Papa Francesco 8/10/2013

lunedì 16 febbraio 2015

Santo del giorno

Nato il 21 gennaio 1851 a Castelnuovo d’Asti (ora Castelnuovo Don Bosco) come il santo dei giovani e come san Giuseppe Cafasso, che era suo zio per parte di madre, dopo gli studi ginnasiali all’oratorio salesiano di Torino, dove ebbe come confessore lo stesso Don Bosco, entrò in seminario e fu ordinato sacerdote nel 1873. Dotato di una maturità eccezionale, fu nominato direttore spirituale del seminario e nel 1880 fu promosso rettore del santuario della Consolata, del quale ideò e diresse radicali restauri. Inoltre, fece rivivere il Convitto ecclesiastico che il Cafasso aveva valorizzato con la sua virtù e la sua sapienza. Da giovane aveva desiderato farsi missionario, ma non avendone il fisico, decise di fondare un istituto per le Missioni Estere nel quale coinvolgere molte forze sane del clero torinese, allora particolarmente abbondante. Nel 1902 partiva per il Kenya un primo manipolo di Missionari della Consolata. Con cura indefessa il beato, eletto e sempre confermato superiore, si occupava della formazione dei futuri apostoli, imbevendoli del suo spirito con la parola (si conservano due volumi di sue conferenze) ma soprattutto con l’esempio di vita interiore, di sacrificio, di raccoglimento. Ebbe come collaboratore il can. Giacomo Camisassa, anche nel disbrigo delle incombenze riguardanti il santuario della Consolata, preso com’era dai suoi molti impegni: era anche consigliere ricercatissimo da parte di vescovi, sacerdoti, religiosi e persone di tutte le classi sociali. Nel 1910 Pio X gli ordinò di dar vita anche a un istituto femminile: «Santo Padre», obiettò lui, «non ho la vocazione di fondatore di congregazioni femminili». «Se non ce l’avete», così il Papa, «ve la do io!». Nacquero così le Missionarie della Consolata. L’Allamano si impegnò anche per il processo canonico dello zio Cafasso, che fu beatificato nel 1925. Lui morì pochi mesi dopo, il 16 febbraio 1926. Lo ha dichiarato beato Giovanni Paolo II il 7 ottobre 1990.

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