"Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori." Papa Francesco 8/10/2013
lunedì 22 settembre 2014
Santo del giorno
Il santo che ricordiamo oggi nasce a Santhià, presso Vercelli, nel 1686. Un suo fratello sarà medico, un altro notaio e lui a 24 anni è sacerdote a Vercelli, preparato dai Gesuiti e dai Domenicani. Diventa precettore dei figli dei nobili Avogadro, i quali lo fanno nominare parroco nella vicina Casanova Elvo. Ma questa parrocchia don Belvisotti (questo il suo cognome) non la vedrà mai perché egli sparisce prima di entrarvi, mandando poi una lettera di rinuncia firmata con un nome nuovo, fra Ignazio da Santhià. Dopo il noviziato tra i Cappuccini di Chieri gli furono affidati diversi compiti mentre passava da un convento all’altro del Piemonte (Chieri, Saluzzo, Mondovì oltre Torino). Nella carica di maestro dei novizi, da lui tenuta per quattordici anni, fu un vero modello di perfezione religiosa per numerosi giovani, che trovarono in lui un padre e un maestro nell’apprendimento e nell’osservanza esemplare della regola, che irradiava serenità attorno a lui. A Torino, il suo confessionale era sempre affollato dai fedeli che salivano al Monte (dove c’è tuttora il convento dei Cappuccini) per incontrare il frate che aveva «la gioia del paradiso in faccia» e che era sempre disponibile per chi desiderava incontrarlo, pronto a recarsi lui da quelli che non potevano muoversi, per il rito della “benedizione”. Intanto, egli si andava facendo sempre più curvo mentre non ci vedeva quasi più, ma si trascinò ugualmente sulle sue strade fino all’ultimo. Peggiorata la sua salute in seguito a una brutta caduta, si spense il 21 settembre 1770. Alla notizia della sua morte, una folla di torinesi assediò il convento e la chiesa, bloccando tutto e obbligando i frati a celebrare di notte il rito della sepoltura. La fama della santità e i numerosi prodigi attribuiti alla sua intercessione fecero presto avviare il processo apostolico che portò alla beatificazione ad opera di Paolo VI il 17 aprile 1966, e alla canonizzazione il 19 maggio 2002 ad opera di Giovanni Paolo II.
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