Nato a Copertino (Lecce) il 17 giugno 1603, quello che è chiamato il “santo dei voli” fu educato tra continui stenti in una famiglia povera e ben presto egli avvertì la vocazione religiosa, ma i Minori conventuali non lo accettarono per la scarsa formazione scolastica, e lo stesso fecero i Minori riformati. Egli entrò allora fra i Cappuccini di Martina Franca, ma prima che terminasse il noviziato fu dimesso per inettitudine. Poi però, tramite uno zio conventuale, fu accettato nel convento della Grottella come terziario e inserviente. Le sue doti e la buona volontà dimostrata convinsero i superiori a includerlo tra i novizi e ad ammetterlo agli studi in vista del sacerdozio, che ricevette il 18 marzo 1628. Verso il 1630 fra Giuseppe cominciò ad avere le prime estasi nella chiesa del convento, con levitazioni pubbliche che richiamarono presto numerosi fedeli e insospettirono l’inquisitore di Napoli che, nel 1638, convocò il frate per rendersi conto del suo comportamento: ma anche a Napoli si ripeterono i voli al cospetto degli stessi giudici ecclesiastici e il santo fu assolto: gli fu però proibito di tornare alla Grottella. Fu mandato nella comunità si Assisi, dove rimase per 14 anni e dove continuarono a ripetersi le estasi e le levitazioni. Fatti non ancora chiariti imposero bruscamente, nel 1653, per ordine del Sant’Uffizio, il suo trasferimento al conventino dei cappuccini di S. Lazzaro a Pietrarubbia, dove doveva essere custodito come in carcere: poteva uscire di cella solo per la celebrazione della messa. Ma anche qui i fenomeni mistici si ripeterono attirando fedeli dalle regioni vicine. Finalmente, nel 1656, Alessandro VII acconsentì al ritorno del religioso nella sua comunità di S. Francesco a Osimo, dove rimase fino alla morte, avvenuta il 18 settembre 1663. La sua tomba fu subito meta di pellegrinaggi e nel 1664 cominciarono i processi che portarono alla beatificazione (nel 1753) e alla canonizzazione dell’umile frate il 16 luglio 1767.
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