"Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori." Papa Francesco 8/10/2013

martedì 16 settembre 2014

Santo del giorno

La commemorazione nello stesso giorno di questi due martiri è antica, perché già presente nel martirologio Geronimiano. Cornelio fu eletto papa nel 251 e governò la Chiesa solo per due anni; fu difeso da san Cipriano nello scisma rigorista di Novaziano, prete romano che lo accusava di cedimenti nella questione dei lapsi, cioè degli apostati caduti che ritornavano alla Chiesa senza però voler sottoporsi alla penitenza, accontentandosi di “certificati” di riconciliazione loro concessi dai “confessori” della fede. Non si sa nulla delle sue origini, ma forse apparteneva alla grande famiglia dei Cornelii. Dopo la peste che si abbatté sull’impero romano nel 252-254 e di cui furono accusati i cristiani per aver provocato la collera degli dèi, l’imperatore Gallo scatenò una persecuzione, che però fu benigna, perché Cornelio fu esiliato a Civitavecchia (Centumcellae, il porto di Roma) dove morì. Fu sepolto nelle catacombe di san Callisto a Roma. Cipriano, nato a Cartagine verso il 210, fino ai 25 anni aveva esercitato la professione di retore e di avvocato, poi si convertì e fu battezzato nella Pasqua del 246. Morto il vescovo Donato, egli fu eletto a succedergli nella sede metropolitana di Cartagine, che aveva il primato su circa 150 vescovi. Fu coinvolto anch’egli nella disputa sui lapsi e dovette lottare contro il prete Novato (sostenitore dell’antipapa Novaziano) e contro il diacono Felicissimo (che aveva eletto come antivescovo Fortunato), i quali avevano consumato lo scisma. Cipriano riunì nel 252 il concilio di Cartagine che condannò i due, e papa Cornelio ne approvò la scomunica. Ci furono invece degli screzi con papa Stefano, durante un altro concilio a Cartagine nel 256, sul ri-battesimo degli eretici e degli scismatici, ma la questione fu poi risolta pacificamente da Sisto II. Cipriano morì durante la persecuzione di Valeriano; prima esiliato a Curubis e, dopo il ritorno a Cartagine, nuovamente processato, fu decapitato il 14 settembre 258.

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