"Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori." Papa Francesco 8/10/2013

giovedì 9 aprile 2015

Santo del giorno

I primi documenti storici che parlano di questa santa spagnola risalgono al secolo XV, mentre lei visse probabilmente nel secolo XI. In precedenza, le notizie su di lei venivano trasmesse oralmente da una generazione all’altra, spesso arricchite da particolari leggendari. Rimane però il fatto che, dalla morte in poi, questa donna è stata oggetto di ininterrotta venerazione e che la chiesa a lei dedicata a Briviesca, nella diocesi di Burgos, è tuttora meta di pellegrinaggi. Sfrondando le narrazioni degli elementi leggendari, si può dire che Casilda, figlia dell’emiro di Toledo Al-Mamun (o secondo altri del governatore di Cuenca, Ben Cannon), fu educata nella religione musulmana, ma fin dalla prima giovinezza mostrò compassione verso i cristiani imprigionati, aiutandoli premurosamente. Si racconta che il padre, insospettito da questa sua frequenza nel carcere, un giorno la sorprese mentre portava del pane ai detenuti; ma, al momento della “perquisizione”, le pagnotte che aveva in mano si trasformarono in rose (e qui forse siamo nella leggenda). Ad un certo punto Casilda fu colpita da una misteriosa malattia che nemmeno i più famosi medici arabi riuscivano a curare; allora lei, consigliata da amici cristiani, si recò pellegrina al santuario di San Vincenzo a Briviesca, celebre per le sue acque ritenute prodigiose, al quale convenivano quanti erano affetti da emorragie. Tornò completamente guarita e decise di convertirsi al cristianesimo. Ricevuto il battesimo, abbandonò lo sfarzo della corte, ritirandosi in un eremo lontana da tutto, per condurre una vita di preghiera e di penitenza sul modello degli antichi Padri del deserto. E da lì non si mosse più fino alla morte, che la sorprese centenaria, anche se non se ne conosce esattamente l’anno (pare nel 1087). Il suo corpo fu sepolto nella chiesa di San Vincenzo dove rimase fino al 21 agosto 1750, quando i suoi resti furono solennemente traslati in un nuovo santuario.

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