L’antichissima
festa della Pasqua affonda le sue radici all’incirca duemila anni prima di
Cristo, e forse prima ancora, in quelle popolazioni nomadi del vicino Oriente,
popolazioni a cui appartenne il nostro Padre Abramo. La Pasqua, celebrata
allora, era una festa della primavera, una festa a carattere familiare con
cadenza annuale, durante la quale veniva sacrificato a Dio un agnello senza
difetti con l’auspicio di ricevere benedizioni per un buon raccolto, oppure per
la salute e la proliferazione del gregge. E’ questa la festa che il popolo
d’Israele voleva celebrare al Signore e
per la quale Mosè, al tempo della schiavitù in Egitto, chiese al Faraone di
poter uscire nel deserto; ed è nella concomitanza di questa festa che avvenne
il passaggio dell’angelo “sterminatore”
sull’Egitto che colpì e uccise i primogeniti degli egiziani, ma che
“passò oltre” dinanzi alle case di Israele per il sangue dell’agnello posto
sugli architravi delle stesse, salvando i primogeniti del popolo eletto. Questo
episodio portentoso, la decima piaga, unito alla liberazione potente del popolo
di Israele, con il passaggio del Mar Rosso e la sconfitta del grande esercito
del faraone, segnò per sempre la Pasqua di Israele divenendo la nuova festa
della Pasqua Giudaica, quella che durante la sua vita terrena ha festeggiato
anche Gesù. Gesù in coincidenza dei festeggiamenti della Pasqua Giudaica
trasformerà ulteriormente la festa di Pasqua sostituendo l’agnello senza difetti con se
stesso, per la salvezza di tutto il popolo. Questo è il cuore e
l’essenza della nostra fede, l’annuncio gioioso di salvezza portato
all’umanità: Dio si è fatto uomo, è morto e risorto per la nostra salvezza!
Questa nostra vita è il nostro esodo, la nostra purificazione nel deserto che
ci porterà alla Terra promessa, all’incontro con Dio; questa vita è la nostra
Pasqua, il nostro passaggio da ciò che muore a ciò che è eterno, dal peccato
alla liberazione da esso. Cerchiamo di vivere ogni giorno nella consapevolezza
che se vivremo con Lui e per Lui, con Lui anche moriremo e con Lui risorgeremo.
La nostra storia, se vissuta insieme al Signore, è una storia a lieto fine, a
prescindere da qualsiasi difficoltà o dolore ci troveremo a vivere. Si, viviamo
abbracciati a Gesù e ricordiamo che anche noi, per dare frutto, dobbiamo
morire. Morire con Cristo per risorgere e trionfare. Buona Pasqua.
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