"Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori." Papa Francesco 8/10/2013

martedì 30 dicembre 2014

Santo del giorno

Nell’XI secolo, Roberto il Guiscardo crea nel sud dell’Italia il suo regno normanno, insidiato però da ribellioni locali sotto la spinta dell’imperatore d’Oriente. Una di queste è capeggiata dal conte Ermanno di Canne (la località dove Annibale distrusse l’esercito romano nel 216 a. C.), ma viene repressa duramente nel 1083, seminando la distruzione nella città. E qui vediamo comparire il vescovo Ruggero, del quale peraltro sappiamo poco circa la nascita e la giovinezza. L’unica notizia riguarda la sua nomina a vescovo di Canne poco dopo il disastro. Suo primo compito, come emerge da una fonte popolare del XV secolo, è di contribuire alla sopravvivenza della popolazione prostrata dalle conseguenze della guerra. Il suo episcopio era «un puro ospitio che sempre stava aperto de nocte et de giorno ad alloggiare li viandanti et li pellegrini, et le vidue et li pupilli». L’ignoto autore aggiunge che il vescovo «andava scalzo con lo pede nudo per quelle campagne cercando le limosine per li poveri». Dunque un soccorritore instancabile che si assume anche compiti dell’autorità civile dopo il crollo delle istituzioni. Sappiamo inoltre che due pontefici, Pasquale II (1099-1118) e Gelasio II (1118-1119) ricorrevano al suo consiglio e alla sua esperienza per comporre liti e placare rivalità tra ecclesiastici e comunità, in una Chiesa che stava cercando di riformarsi al suo interno. Va detto che, per lungo tempo, il nome di Ruggero fu collegato a leggende che facevano di lui un vescovo del V secolo; a delineare correttamente la sua vicenda storica contribuirono in maniera decisiva gli studi di don Nicola Monterisi, a fine Ottocento. Al santo si attribuirono miracoli fin da quando era ancora in vita e dopo la morte, avvenuta il 30 dicembre 1129. Fu la voce popolare a proclamare subito la sua santità. Fu sepolto nella cattedrale di Canne ma, dopo la distruzione della città, la popolazione si spostò a Barletta dove nel XIII secolo furono traslati anche i suoi re.

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