"Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori." Papa Francesco 8/10/2013

venerdì 6 marzo 2015

Santo del giorno

Ogni anno, la sera del 3 settembre, a Viterbo le luci si spengono e la folla fa ala dietro le transenne ai lati delle strade per assistere al passaggio della patrona della città, vestita di bianco con fascia rossa in vita, trasportata dalla cosiddetta “Macchina di Santa Rosa” o “campanile che cammina”, alta oltre 30 metri, sollevata e portata a spalle dai cosiddetti “facchini”. Rosa visse tra il 1233 e il 1251, date presunte perché risultano scarne le notizie sulla sua vicenda, circondata più da elementi leggendari che da testimonianze storiche. Secondo le due fonti principali (frammenti di una Vita prima e una Vita seconda desunta dalla prima) Rosa, nata da modesti contadini, si fece terziaria francescana. In quel periodo erano particolarmente forti le contese politiche tra i ghibellini, seguaci dell’Imperatore Federico II, scomunicato da Innocenzo IV, e i guelfi fedeli al pontefice. Rosa, animata da grande passione apostolica, percorreva le strade con una croce in mano predicando la concordia in nome del Signore e della Vergine, e pregando per la conversione degli eretici. Secondo la Vita prima, il podestà pensando che l’azione della giovane infiammasse ancor più gli animi, la condannò all’esilio insieme alla sua famiglia, che il 4 dicembre 1250 fu costretta a rifugiarsi a Soriano nel Cimino. Morto Federico II, Rosa tornò a Viterbo e chiese di entrare nel monastero delle Povere Dame di San Damiano, dette Damianite, come si chiamavano allora le Clarisse, ma non fu accolta. Allora lei predisse alle monache che «sarebbero state felici di avere da morta colei che non volevano da viva». Secondo la tradizione, morì a 18 anni, consunta dalla tubercolosi. La fama di santità si sparse rapidamente fuori Viterbo e papa Alessandro VI, nel 1258, ordinò che il suo corpo fosse traslato nel monastero delle Damianite. Nel 1922 fu proclamata patrona della gioventù femminile cattolica italiana e poco dopo anche del Terz’Ordine femminile di san Francesco.

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