"Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori." Papa Francesco 8/10/2013

giovedì 5 marzo 2015

Santo del giorno

L’isola d’Ischia ha dato i natali a questo santo, che vi nacque il 15 agosto 1654 e fu battezzato coi nomi di Carlo Gaetano. Sui 15 anni, attratto dalla vita religiosa, decise di entrare tra i Francescani scalzi della riforma di San Pietro d’Alcantara, nel convento napoletano di S. Lucia al Monte, dove fece la professione nel 1671 assumendo i nomi di Giovanni Giuseppe. Fu il più giovane dei 12 frati che, nel luglio 1674, presero possesso del santuario di S. Maria Occorrevole a Piedimonte d’Alife dove grazie all’opera fattiva del santo, fu costruito un convento. Ordinato sacerdote il 18 settembre 1677, per oltre tre lustri fu alternativamente maestro dei novizi a Napoli e guardiano a S. Maria Occorrevole. Nel Capitolo del 1702 la provincia alcantarina si divise: i conventi di S. Lucia al Monte e di Portici furono uniti alla provincia di Castiglia, mentre i restanti otto conventi furono riservati agli italiani, che si raccolsero attorno a fra Giovan Giuseppe, il quale li esortò alla pazienza affermando: «Tutto quello che Dio permette, lo permette per il nostro bene». Nel 1703 fu eletto superiore della costituita provincia italiana dell’Ordine, adoperandosi per farvi rifiorire la carità fraterna e l’osservanza della disciplina. Sollevato dalla carica nel 1706, si dedicò alla cura delle anime, alla confessione e alla direzione spirituale, nonché all’assistenza alle famiglie povere ed ai malati che visitava e spesso guariva con una preghiera o un segno di croce. Fu anche arricchito di numerosi carismi quali la profezia, la scrutazione dei cuori, apparizioni della Vergine e del Bambino Gesù, la bilocazione e molti miracoli, tra cui rimase celebre la resurrezione del defunto marchesino Gennaro Spada; fu inoltre visto passare per le strade di Napoli sollevato in estasi da terra. Morì il 5 marzo 1745. Gregorio XVI lo canonizzò nel 1839 insieme a Francesco de Geronimo e Alfonso de’ Liguori. Un anno dopo, i fedeli di Napoli e di Ischia lo acclamarono loro patrono.

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